FIRMA la proposta di Legge Antifascista Stazzema

Abbiamo #unaGIOIA da condividere.
Se seguite CHEAP avrete probabilmente notato una leggere tendenza all’ #antifascismo.
C’è uno strumento in più per arginare Sta Rottura di Gonadi: è la proposta di #leggeStazzema, un’iniziativa popolare che necessità di 50mila firme per arrivare ad essere discussa in Parlamento.
La legge Stazzemma propone di punire la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo, oltre alla vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti
La proposta di legge prende il nome da Sant’Anna di Stazzema, dove il 12 Agosto 1944 si consumò un eccidio nazista.
#NoiFirmiamo e vi proponiamo di farlo perché ci sembra una forma sensata di antifascismo applicata alla vita quotidiana: potete farlo in tutti i Comuni d’Italia.
FAQ
0 | MA in Italia c’è già l’apologia di fascismo.
Sì MA la proposta di legge Stazzema mira a punire la propaganda nazista e fascista che tende ad eludere l’apologia di fascismo, con particolare attenzione alla produzione di contenuti online.
1 | Dove trovo il TESTO COMPLETO della Legge?
2 | A chi posso chiedere informazioni?
All’URP del tuo Comune
oppure
3 | Vivo a (es.) BOLOGNA ma NON SONO RESIDENTE: posso firmare lo stesso?
Sì – basta presentare la carta d’identità ed essere in possesso dei requisiti per il voto.

4 | MA davvero pensate che ci sia bisogno di una legge del genere in Italia del 2020?Tesoro, sì – davvero.

E lo pensano anche i promotori che riassumono così il perché di questa iniziativa:

“Da anni assistiamo impassibili al proliferare dell’esposizione ovunque, di simboli che richiamano a fascismo e nazismo, frutto di anni di sottovalutazione del fenomeno del ritorno di queste ideologie che mai come oggi sono pericolose. Il ‘Rapporto Italia 2020’ dell’Eurispes ci dice che dal 2004 ad oggi è aumentato il numero di chi pensa che la Shoah non sia mai avvenuta: erano solo il 2,7% oggi sono il 15,6%, mentre sono in aumento, sebbene in misura meno eclatante, anche coloro che ridimensionano la portata della Shoah dall’11,1% al 16,1%. Inoltre, secondo l’indagine, riscuote nel campione un “discreto consenso” l’affermazione secondo cui “Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio” (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono “gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti” (14,3%), “siamo un popolo prevalentemente di destra” (14,1%), “molti italiani sono fascisti” (12,8%) e, infine, “ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani” (12,7%). In compenso secondo la maggioranza degli italiani, recenti episodi di antisemitismo sono casi isolati, che non sono indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese (61,7%). Per meno della metà del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo. Nella scorsa legislatura solo un ramo del Parlamento aveva approvato una proposta di legge che sanzionava coloro che colpiva coloro che propagandavano le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco. Questa proposta di legge riprende quelle finalità e aggiunge alcune ulteriori aggravanti per l’esposizione di simboli fascisti e nazisti nel corso di eventi pubblici. Qualcosa sta accadendo: i media trasudano da anni di notizie che era giusto considerare allarmanti, vi era e persiste una crescente diffusione di razzismi e di appelli a trovare soluzioni autoritarie. Oggi riteniamo fondamentale che dal basso si riparta per riparlare dei valori della nostra Costituzione e attualizzarli: la Costituzione con la sua XII disposizione transitoria vieta la ricostituzione sotto ogni forma del disciolto partito fascista. E’ necessario, di fronte all’esposizione, la vendita di oggetti di simboli che si richiamano a quella ideologia che la normativa non lasci spazi di tolleranza verso chi si cela dietro le libertà democratiche per diffondere attraverso la propaganda, l’esposizione, la vendita di oggetti di nuovo i simboli di quel passato tragico.”